Un recente studio condotto da medici di famiglia inglesi (pubblicato sul “British Medical Journal”) ha dimostrato che la pratica di attività fisica riduce la mortalità per tutte le cause del 30%, il rischio di diabete del 30-40% e il rischio di patologie cardiovascolari del 25-30%

Ormai è appurato, l’attività fisica verrà prescritta dal medico in abbinamento alle terapie tradizionali. Un recente studio condotto da medici di famiglia inglesi (pubblicato sul “British Medical Journal”) ha dimostrato che la pratica di attività fisica riduce la mortalità per tutte le cause del 30%, il rischio di diabete del 30-40% e il rischio di patologie cardiovascolari del 25-30%. 

Dopo solo 30 minuti di attività fisica, la riduzione della mortalità per tutte le cause diventa già evidente rispetto all’utilizzo di un qualsiasi farmaco. Il problema della sedentarietà in Gran Bretagna è molto sentito, poiché rappresenta il quarto fattore di rischio per la mortalità, pertanto l’Academy of Medical Royal Colleges (organismo di coordinamento per le 24 università e facoltà reali mediche del Regno Unito e dell’Irlanda) ha definito la pratica di attività fisica una «cura miracolosa». 

In Italia, invece, non brilliamo per il buon esempio: il 60% delle persone con età superiore ai 15 anni ha infatti dichiarato di non praticare alcun tipo di sport o attività fisica; consideriamo che la media Europea si assesta sul 47%. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle sue linee guida, specifica la quantità di attività fisica indicata per il mantenimento della salute e il contrasto delle malattie croniche non trasmissibili: «almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica a intensità moderata» (anche frazionabili in più sedute di breve durata nell’arco della settimana). L’OMS vede l’attività fisica come un fattore chiave per il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali nell’ambito della salute per il 2025; tra questi si annoverano: la riduzione del 25% della mortalità precoce per tutte le patologie, la riduzione del 25% dell’ipertensione, diabete e obesità e la riduzione in generale dei livelli di inattività.

Quando ci si chiede quale sport o tipo di attività fisica sia utile praticare per perseguire l’obiettivo di salute, ed è necessario circoscrivere il campo ad attività fisiche accessibili a tutti, facili da eseguire, non costose e praticabili durante tutto l’anno, la scelta più naturale cade sulla camminata. Le tecniche di cammino a passo sostenuto ben si adattano allo scopo di terapia naturale senza effetti collaterali, low cost, non richiedono attrezzature particolari, non sovraccaricano la colonna e le articolazioni e hanno un ottimo impatto sulla salute e sul benessere dell’individuo in quanto favoriscono il doppio effetto di allenare il cuore e consumare prevalentemente i grassi depositati. 

Tutti gli organi e gli apparati dell’organismo ne traggono beneficio: a livello muscolare migliora il tono; le ossa si rinforzano grazie all’azione meccanica dei muscoli; migliora la respirazione aumentando l’ossigenazione di tutti i tessuti; si ottiene una riduzione del grasso corporeo con controllo della glicemia; si incrementa la circolazione sanguigna evitando ritenzione di liquidi e si ottimizza il controllo pressorio; inoltre, il cammino rappresenta un calmante naturale per lo stress quotidiano ed aiuta ad equilibrare i livelli ormonali.

 L’esercizio fisico può dunque essere considerato un vero e proprio un “farmaco” che opportunamente “somministrato”, previene le malattie croniche da sedentarietà e ne impedisce lo sviluppo, garantendo alla persona considerevoli vantaggi individuali, talvolta evitando anche spiacevoli ospedalizzazioni e uso dei farmaci. Il medico di famiglia assume un ruolo molto importante nel motivare i propri pazienti a praticare attività fisica; spesso è necessario aiutare gli utenti a superare le resistenze al cambiamento dello stile di vita, motivarli a fissare degli obiettivi di “movimento” ragionevoli, graduali e individuare quindi delle prescrizioni personalizzate.

Molto spesso l’ostacolo maggiore è collegato alla scarsa motivazione: ciò può dipendere dalla disinformazione sui benefici portati dall’attività fisica o dalla mancanza di percorsi dedicati, per poter camminare vicino a casa, o ancora dal fatto di essere da soli a camminare. 

Ma si possono consigliare soluzioni idonee per tutti. La prescrizione dell’attività fisica moderata generalmente non determina grossi rischi, ma la regola valida per tutti è quella di iniziare a camminare piano e incrementare gradualmente, ad esempio cominciare con 10-15 minuti aumentando la durata poco alla volta, del 10% al giorno, fino ad arrivare alla quantità ideale dei 30-40 minuti quotidiani. 

Ovviamente in caso di pazienti affetti da patologie particolari (osteoporosi, broncopneumopatie ostruttive, cardiopatie, ecc.) la prescrizione di attività fisica sarà valutata caso per caso dal medico curante. Allora… via libera a scarpe da walking e tuta da ginnastica per cambiare il nostro stile di vita: l’importante non è diventare maratoneta ma fare un piccolo passo per volta ed un gran passo verso la conquista della salute: vincere la sedentarietà, ridare vigore all’organismo e, perché no, anche migliorare l’armonia dello spirito. 

Riportiamo una frase dell’OMS quanto mai vera e che oggi finalmente si inizia ad attuare: «Se l’esercizio fisico potesse essere racchiuso all’interno di una pillola, sarebbe il farmaco più prescritto al mondo».

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Fonte – Rivista Camminare Marzo Aprile 2020

InSalute

di Santo Alfonzo
Responsabile servizio prevenzione
e salute sul lavoro ASL CN-1, Piemonte