La montagna è un gigante maestoso,
che si staglia in cima al cielo azzurro,
con la neve candida come un raggio luminoso,
e gli alberi verdi a ricoprirne il dorso.
Tra le rocce taglienti, sentieri arditi si snodano,
e tra le valli strette, ruscelli cristallini scorrono,
mentre il sole che tramonta al suo fianco s’affaccia,
e i colori dell’autunno le sue pendici accendono.
E poi la neve, che tutto avvolge in un abbraccio,
e l’aria gelida, che il respiro taglia,
ma che l’animo rinvigorisce, nel suo coraggio,
di fronte alla bellezza di una vista che rapisce l’anima.
La montagna è un mondo a sé, che l’uomo sfida,
ma anche lo ammanta di un’aura di sacralità,
dove la natura è padrona e regina indiscussa,
e l’uomo solo un ospite, che rispetta la sua maestà.
E così la montagna rimane, immota e sublime,
testimone silenzioso dei secoli che passano,
e forse una parte di noi, che cerca la sua cima,
e il suo silenzio, per trovare la pace che tanto agognamo.