Marmolada, la regina delle Dolomiti. Suona come uno slogan usato e abusato, però, essa vanta davvero una storia da primati ed eccellenze: il ghiacciaio più esteso e la cima più alta delle Dolomiti (3.343 m), la prima gara di slalom (1935), la prima seggiovia d’Italia, una formidabile parete Sud dove è stata scritta la storia dell’alpinismo in roccia, insomma, una regina sempre ambita. Nodo centrale aspramente conteso, ora, vogliamo sperare, patrimonio di tutti. Durante la prima guerra mondiale gli eserciti austroungarici e italiani hanno condotto una guerra di posizione logorante presidiando le postazioni abbarbicate tra roccia e neve.
Gli austriaci, per motivi strategici, ma anche per ridurre i rischi dovuti alle condizioni ambientali estreme, hanno scavato allora, nel 1916, con tecniche minerarie, la curiosa “Città di Ghiaccio” o “Eistadt” I soldati vissero e combatterono in condizioni incredibili all’interno del corpo del ghiacciaio, in un gelido labirinto fortificato di 12 km con gallerie, alloggiamenti, depositi, latrine, passaggi attrezzati attraverso oscuri e profondi crepacci. Solo in seguito alla ritirata di Caporetto, nel novembre 1917, furono abbandonate le postazioni. Poi sulla Eistadt calò una coltre di ghiaccio silente per diversi decenni. Oggi, in tempi di cambiamenti climatici, i resti di questa città affiorano raccontando in modo commovente le memorie scritte dall’uomo. Scritte nel cuore di ghiaccio della regina.